Storia del Portogallo

Il Portogallo deriva il proprio nome dal termine con cui si indicava un insediamento posto sul fiume Duero, Portus Cale, e si affermò nel periodo delle lotte per la Riconquista vale a dire al tempo delle guerre contro i Musulmani.

Per diverse ragioni geografiche, come per la scarsa fertilità del territorio, il Portogallo costituiva un'area poco appetibile al punto da non rappresentare il centro più ambito da invasioni e incursioni di altri popoli; a partire dal quindicesimo secolo iniziò un'epoca di splendore resa possibile soprattutto per le colonizzazioni e per le scoperte d'oltremare.

Enrico il Navigatore ebbe un ruolo decisivo in merito e in pochi decenni il Paese riuscì a dare vita a un grande impero su tre continenti ossia sull'America, sull'Asia e sull'Africa: le ricchezze derivanti da questo impero furono notevoli considerando lo zucchero brasiliano, le spezie indiane e l'oro).

Se da una parte l'impero implicò inevitabili vantaggi (come l'apertura di nuove strade al commercio mondiale) dall'altra parte ciò indusse il Portogallo a favorire l'assolutismo monarchico e la tratta dei negri. La cosiddetta stagione imperiale terminò alla scomparsa della dinastia Aviz e di re Sebastiano.

Il Portogallo fu sottomesso alla Spagna per un lungo periodo a partire dal sedicesimo secolo fino al 1640 quando una rivolta portò all'indipendenza. Ma la crisi economica non tardò ad arrivare agli inizi del Settecento, la quale si protrasse fino al Novecento per recuperare al termine del secondo conflitto mondiale.